LA VITA E' ADESSO Il disco record di Baglioni compie 30 anni
LA VITA E' ADESSO Il disco record di Baglioni compie 30 anni Era l'estate dell'85. Ed erano i giorni migliori della nostra vita. Ancora non lo sapevamo, ma quella vita era adesso, e così adesso come allora non lo sarebbe stata mai più. PAGINA Claudio Baglioni, uno che a sentirlo nominare i duri e puri mettevano mano a metaforica (anche se non sempre) pistola, aveva già asfaltato classifiche e juke -box quattro estati prima con Strada facendo («Un gancio in mezzo al cielo», Santapace). Trent'anni fa di questi giorni, però, La vita è adesso divenne il disco più venduto nella storia di sempre in Italia con quasi 4 milioni di copie, millemila settimane in testa alla hit parade, supertelegattoni che non ce la facevano più a pronunziarne il nome. Era il disco della maturità, della sua di Claudio sicuramente, della nostra di ragazzi degli Anni Ottanta che potevamo bellamente fregarcene dei sottonasi puzzolenti dei nostri predecessori settantasettini o peggio ancora sessantottini e goderci come bestie al sole e persino in pubblico frasi come «Bentornato a questo sole, nelle camere di tutto il mondo. Quando allaga i letti e i cuori, che si girano per un secondo» (esattamente come, con la stessa sfrontatezza «Some people call it a one night stand, but we can call it paradise»). Baglioni andò in Inghilterra a suonare e produrre il disco, aprendo a quello che sarebbe stato entro breve tempo un suo crescente interesse per la World music. Ma come era successo ad altri parolieri in passato, andare all'estero (o in Arno) a sciacquare i panni di una lingua un po' stanca gli fece un gran bene. Le pur adorabili Signore Lie, le ragazzine di campagna che si prendono un cinquino in faccia dal padre per un po' di rossetto che non gli va giù, lasciano spazio a un linguaggio diverso. Si apre con il già citato sole di Un giorno nuovo o un nuovo giorno , che è un po' il Baglioni che già ci aveva provato con Via (poche storie, qui si può non suonare un valzer o uno stornello). Poi L'amico e domani dove «le ragazze ridono fresche come mazzi di insalata» (le ragazze uscite dagli Anni Settanta, capito?, mazzi d'insalata). Uomini persi rientra nello schema Baglioni-triste. Epperò che tristezza di classe: «... le voci aspre delle madri che li chiamavano sotto un quadrato di stelle, dentro i cortili dei palazzi. E la famiglia a comprare il cappotto nuovo e tutti intorno a dire come gli stava». Insomma, un po' è sempre lui, un po' diventa uno diverso e butta fuori il disco dei dischi di quell'estate, che rimarrà per sempre legata all'immagine interna dell'album, quella di un Baglioni di fronte all'unica utopia che si realizza ogni giorno: Roma vista dall'alto. La vita è adesso è il quarto brano, e consegna ai posteri l'ardua sentenza: «Sei tu che spingi avanti il cuore ed il lavoro duro, di essere uomo e non sapere cosa sarà il futuro». E poi ancora Tutto il calcio minuto per minuto , Andiamo a casa («Andiamo via insieme, a darci la mano senza vergogna, a viverci dentro, gli occhi strappati dei matti e di chi sogna, ragazzi per sempre», mioddìo), Amori in corso (delle ultime file.... che te lo dico a fare), E adesso la pubblicità (epos: «Un cespuglio di spini tuo fratello, che pensa sulle unghie delle dita, appitonato con un'aria da bollito»), Un treno per dove e a chiudere Notte di note, note di notte . Ps: l'estate prima era uscito Born in the Usa di Springsteen. Erano i favolosi Anni Ottanta, bellezza: e tu non puoi farci niente
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