Lo sfogo di Baglioni ยซVorrei ritirarmi come ha fatto Minaยป
Intervista Il cantante ieri sera in concerto al Palalottomattica Lo sfogo di Baglioni «Vorrei ritirarmi come ha fatto Mina» Per l'artista l'Italia è un Paese da ricostruire «Finora solo parole. Non credo piuฬ€ ai politici» Le riflessione Non scriverò libri come Fossati La creatività, a volte, può diventare un'ossessione patologica Carlo Antini «Ogni tanto mi viene in mente di fare come Mina. Scomparire dalla scena». Baglioni, però, è presente piuฬ€ che mai e ieri sera era al Palalottomatica per la prima delle due date romane del suo «ConVoiLive Tour». Eฬ€ stata un'occasione per fare il punto sulla sua luminosa carriera, su una creatività che non smette di stupire. Baglioni, la scenografia del «ConVoiLive» ripropone un cantiere aperto. Perchè? «Innanzitutto percheฬ mi piaceva il gioco di parole tra cantare e cantiere. E poi percheฬ sono sempre alla ricerca di qualcosa. Tutto questo mi fa pensare al cantiere del nostro Paese». Si è ispirato anche alla situazione politica che stiamo vivendo in Italia? «Il nostro Paese è da ricostruire e ha bisogno di essere rivitalizzato. Nonostante i recenti cambiamenti non è cambiato ancora nulla, Ci sono buoni propositi e nulla piuฬ€. Non credo piuฬ€ ai miracoli di una classe dirigente che negli ultimi anni ha fatto molto poco. E forse è l'emanazione di una parte del Paese che troppo per bene non è». Dal punto di vista musicale su cosa avete puntato per il live? «Sono tre ore di concerto antologico senza soluzione di continuità. In scaletta ci sono canzoni fondamentali e poi 4-5 brani tra gli ultimi che ho scritto. L'ultima ora di concerto è un crescendo continuo che contribuisce a creare una vera e propria edificazione artistica». Sul palco c'è una scritta che recita «Tutta un'altra musica». A cosa si riferisce? «Al fatto che in scaletta ci sono 33 brani suonati per intero senza l'aiuto del computer. I brani sono legati da un filo rosso che poi è l'onda che li pervade dall'inizio alla fine del live. Ogni capitolo è composto da quattro canzoni. Ogni volta si sale di un piano e si dà un'altra mano di vernice». Dopo la tourneฬe cosa l'aspetta? «Durante l'estate mi dedicherò alla composizione di altri inediti che confluiranno nel secondo capitolo di "ConVoi". Alla fine i brani si dovrebbero collocare in una sorta di ideale mosaico. Poi dall'autunno ricominceremo con un nuovo giro di concerti». Quest'anno la sua partecipazione ha dato maggiore respiro al Festival di Sanremo. Come giudica l'edizione di Fazio? «Vorrei che il Festival offrisse semplicemente il quadro della musica leggera in Italia. Vorrei che ci fossero anche rassegne collegate, con i critici in prima fila». Dopo il ritiro dalle scene Ivano Fossati si è dedicato alla scrittura di libri. Cosa ne pensa? «A volte credo che la creatività sia una sorta di patologia, l'ossessione di riempire un buco, un vuoto. Mi colpirono tanto le motivazioni che spinsero Fossati al ritiro dalle scene: lui disse che si ritirava percheฬ ogni volta che vedeva un tramonto lo doveva trasformare in musica». E lei ci pensa ancora a ritirarsi dalle scene? «Sono vent'anni che penso di ritirarmi. Da giovane non avrei mai pensato di durare così tanto. Ho pensato di fare qualcosa tipo Mina, per non essere corrotto dal tempo. Eฬ€ una sorta di regalo che farei al pubblico. Si passa a una dimensione quasi divina».
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