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Baglioni : «Riparto da Pescara, saremo io e la musica» Convoi tour di Rosa Anna Buonomo wPESCARA «La musica sarà la padrona di casa, il vero effetto speciale». Parola di Claudio Baglioni che il 1° e il 2 marzo porterà al Pala Giovanni Paolo II di Pescara il suo "ConVoi tour". La tournée partirà dall'Abruzzo, dopo la data zero di Rieti. Baglioni si sarebbe dovuto esibire a Pescara lo scorso ottobre, ma la carovana del ConVoi tour restò ferma a causa della laringofaringite che costrinse l'artista a sospendere quella che aveva definito «una corsa a perdifiato dal Piemonte alla Sicilia». La tournée era stata concepita come una carovana in cammino, un tourbillon di dieci raduni-concerto in dieci spazi tutti diversi. Il tour sarebbe dovuto partire il 10 ottobre da Torino per concludersi il 19 ottobre a Enna, con un gran finale, il 23 ottobre, al parco di Centocelle di Roma. Baglioni presenterà al pubblico gli inediti di "ConVoi", uniti al repertorio più significativo di oltre 40 anni di carriera. Un progetto "work in progress" che si è composto "strada facendo", regalando al pubblico su iTunes i brani a cadenza ciclica. Com'è nato ConVoi? «Dal bisogno di rompere con certe regole e tornare libero di seguire ispirazione e creatività. Le nuove tecnologie hanno imposto un modo di ascoltare musica che riporta al centro i singoli brani, un po' come accadeva agli inizi degli anni '60, quando gli album di fatto erano delle raccolte di singoli. "ConVoi" è figlio di questo clima e l'album è stato un punto di arrivo e non di partenza: una raccolta di nuovi "singoli". A mano a mano che realizzavo un pezzo, lo mettevo su iTunes perché avesse il tempo per farsi ascoltare e capire, e per restituire alle canzoni un'attenzione e una dignità che, in questo tempo dove tutto è superficie, rischiano di andare perdute». "ConVoi" segna il ritorno a 10 anni da "Sono io l'uomo della storia accanto". Quali le differenze più sostanziali? «Le canzoni sono canzoni, anche se, in questo caso, ho cercato di andare al di là della loro forma tradizionale. Quello che cambia è il modo nel quale hanno preso forma e trovato posto una accanto all'altra. "ConVoi", come suggerisce il nome stesso, è un progetto che è nato e si è sviluppato attraverso un dialogo innovativo tra me e chi mi segue sui social network. Un confronto stimolante e appassionato che ha riguardato tutto - scrittura, arrangiamenti, sonorità, temi, interpretazioni - e mi ha permesso di dar vita non semplicemente a nuove (nel senso di altre) canzoni, ma a canzoni davvero nuove. Il tour partirà da Pescara: come sarà il concerto? «Intenso. Se dovessi scegliere uno slogan con il quale accompagnare questo tour, direi "Tutta un'altra musica", per sottolineare che lo spettacolo sarà, appunto, la musica. Sarà lei la padrona di casa, lo special guest e l'unico, vero, sorprendente effetto speciale. Per questo ho messo su un gruppo extralarge di ottimi polistrumentisti, proprio perché ho in mente un concerto come non se ne sentono più da anni, con la musica che, finalmente, si riprende il posto che le spetta al centro della scena, dentro di noi che la suoniamo e, mi auguro, anche nelle orecchie e nel cuore di chi verrà ad ascoltarci». Quali sono le differenze rispetto a come era stato concepito il tour? «Si tratta di due progetti completamente diversi. Il tour precedente si basava sull'idea di una carovana di pionieri che parte alla ricerca di nuove frontiere: "Convoi" diventava, per l'occasione, "Convoy", che significa appunto convoglio, carovana. Mi affascinava l'idea di un viaggio lampo, che desse la scossa e ci facesse ritrovare la voglia di guardare di nuovo in faccia il futuro. Questo ConVoiLiveTour, invece, è un tour più tradizionale per quanto riguarda le location (i palasport), ma profondamente innovativo per quanto riguarda la proposta. L'idea è di riportare la musica al centro della scena, affidando a lei - e non a schermi, scenografie, luci, coreografie o altro - il compito di colpire, emozionare e trasmettere quelle sensazioni, quelle vibrazioni e quell'energia che solo la musica è in grado di trasmettere». Ha partecipato al progetto "Artisti uniti per l'Abruzzo". Cosa pensa della nostra regione? «L'Abruzzo è una regione forte come le montagne che ospita e con un cuore grande come il mare che la bagna. Ogni volta che vengo, questa terra mi ricorda una lezione fondamentale, la stessa che ho ricevuto da mio padre: la lezione della dignità e dell'onestà. Due valori fondamentali, a bordo dei quali è possibile scalare qualunque montagna e navigare qualunque mare. E che, anche se a volte non ci sembra, sono gli unici valori in grado di condurci in vetta e in porto sani e salvi»

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