Un piccolo, grande "Natale in piรน" da Claudio Baglioni

  Un piccolo, grande "Natale in più" da Claudio Baglioni Alla ricerca dello stupore infantile, da "Jingle Bells" all'Ave Maria di Gounod   ROMA Elisabetta Malvagna   Da "Jingle Bells" a "Tu scendi dalle stelle", da "Adeste Fideles" all' "Ave Maria" di Gounod: questi sono solo alcuni dei 26 classici natalizi che Claudio Baglioni ha deciso di raccogliere in un album intitolato "Un Piccolo Natale in Più", che si trova da ieri nei negozi. Non si tratta del solito disco-strenna di Natale, ma piuttosto di un progetto personale, un racconto fantastico a tre voci - quindi attraverso narrazione, musica, immagini - s u lla storia, sullo spirito e sulla magia del Natale. Una sorta di "disco in costume", ambientato 50-55 anni fa: pensato, suonato e registrato come allora con suoni, orchestrazioni e testi originali. Un album in cerca di un mondo forse perduto, ma mai dimenticato, di un Paese ingenuo, onesto e speranzoso quale era l'Italia degli anni Cinquanta. In qualche caso Baglioni ha adattato i testi inglesi in italiano, ricordando che da bambino, mentre ascoltava certi brani, si chiedeva il significato delle parole e prometteva a se stesso «un giorno imparerò cosa vogliono dire». I pezzi strumentali al pianoforte rappresentano invece un omaggio al regalo preferito di sempre, di Claudio bambino, «un pianino a dieci tasti bianchi, con i tasti neri dipinti su cui provavo a rifare le melodie della radio». L'album si declina in tre forme espressive: un racconto autobiografico, con la voce di un bambino della periferia romana che si affaccia al Natale con tutto lo stupore dell'infanzia; 26 brani senza tempo (quasi un'ora e un quarto di grande musica, con gli arrangiamenti e le orchestrazioni di Geoff Westley), nei quali nomi come Bach, Schubert e Mendelssohn si trovano accanto a Irving Berlin e Mel Tormè; infine, un booklet di 28 immagini in cui le foto in bianco e nero di Alessandro Dobici si incontrano con il segno grafico di Carmine Di Giandomenico. Ad accompagnare Baglioni in questa sorta di "viaggio nel tempo e nella tradizione" c'è pure una guida d'eccezione: una vecchia radio a valvole, la stessa che - quando Claudio era bambino - inondava la sua casa e affollava i suoi pensieri di sognanti arie natalizie. Sei i pezzi dello straordinario songbook americano degli anni Trenta e Quaranta, entrati stabilmente nell'i m m a g i n ario collettivo, oltre che evergreen della canzone globale: "Un piccolo Natale in più" (Have yourself a merry little Christmas), "Il paese bianco di magia" (Winter Wonderland), "Viene giù" (Let it snow, let it snow, let it snow), "The Christmas song", "Santa Claus is coming to town" e "White Christmas". Tre invece i brani inseriti nel cd e appartenenti allo straordinario repertorio corale: "Coventry Carol", "Tre Re" (The Three Kings) e "Veni Veni Emmanuel". Dal repertorio inglese provengono anche "In quel mezzo inverno" (In the Bleak Mid-Winter) e "Che Bimbo è Lui?" (What Child Is This?), che si diceva scritto addirittura da Enrico VIII. Cinque invece i "Christmas Carols" t r a d izionali cantati in lingua originale: "Navidad Nuestra" ( s p agnolo), "Rocking Carol" ( c e c oslovacco), "Stille Nacht" ( t edesco), "Gabriel's Message" (basco) e "Cantique de Noel" (francese). Gli ultimi due, eseguiti in versione pianoforte e voce, come anche "Away in a Manger", "Hark the Herald Angels Sings" (scritto da Mendelssohn), "Adeste fideles", "O Little Town of Bethlehem", "O Tannenbaum" e "We wish you a merry Christmas". Due le Ave Maria: quella scritta da Gounod sul Preludio No. 1 in Do maggiore di Bach, e quella di Schubert. Non potevano naturalmente mancare due classici natalizi come "J i ngle Bells" e "Tu scendi dalle stelle".

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