CLAUDIO BAGLIONI : OSPITE D’ECCEZIONE DELLA PRIMA PUNTATA DI STORIES LIVE


OSPITE D’ECCEZIONE DELLA PRIMA PUNTATA DI STORIES LIVE
UNO DEI COMPOSITORI PIÙ GRANDI E AMATI
DELLA STORIA DELLA MUSICA ITALIANA:
CLAUDIO BAGLIONI
“L’ARTE È STATA COLPITA AL CUORE DALLA PANDEMIA
DOBBIAMO CERCARE DI TRASFORMARE
QUESTA SITUAZIONE IN UN’OPPORTUNITÀ
CON FANTASIA E NUOVE IDEE.”
“FARO’ PROSSIMAMENTE UNO SPETTACOLO,
UNA RAPPRESENTAZIONE STRAORDINARIA
DI ‘IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA’
CON L’ORCHESTRA E IL CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA.
QUESTO È UN PROGETTO CHE NON SAREBBE NATO IN UN ALTRO MOMENTO MA ESSENDOCI UNA CONDIZIONE DI CHIUSURA ECCO LA VOGLIA, MA ANCHE LA POSSIBILITA’ DI RIVOLGERSI AL PUBBLICO.”
“FORSE TUTTI VORREMMO ESSERE SUPERIORI
AL CONCETTO DI SENTIMENTO,
MA UNA BUONA CANZONE D’AMORE
È OGNI VOLTA UN MIRACOLO
CI SONO SUCCESSI CHE DIVENTANO 'CANZONI CAPITALI',
NON SONO PIÙ TUOI, MA DELLA MEMORIA COLLETTIVA”.


Sarà Claudio Baglioni – uno dei cantautori più grandi e amati della storia della musica italiana - intervistato dal vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci, l’ospite d’eccezione della prima puntata di Stories Live, in onda su Sky TG24, giovedì 4 febbraio alle 21, su Sky Arte sabato 6 febbraio alle 16.50 e sempre disponibile On Demand.
Dopo sette anni di silenzio, Baglioni è tornato con “In questa storia che è la mia”, un nuovo, straordinario, album di inediti: oltre due milioni e mezzo di stream e più di 50mila copie fisiche vendute, in soli due mesi dall’uscita. Un concept album che disegna la parabola dell'amore, sia personale che universale.
“Quello che mi fa andare avanti - ha dichiarato Baglioni - è la curiosità, perché c'è sempre qualcosa ancora da fare e imparare. A me il successo è capitato quando meno me lo aspettavo e non ci credevo più, quindi ho vissuto tutta la mia vita professionale, e lo sto facendo ancora oggi, per meritarmi il successo che ho avuto tantI anni fa e che trovo ancora oggi inspiegabile". All’obiezione che qualche motivo di successo nei suoi cinquant’anni di carriera ci sia, l’artista ha spiegato che "finché mi dà la spinta per fare qualcos'altro preferisco che il mio successo rimanga un arcano, che sia un punto interrogativo”.
Baglioni ha ricordato il momento durissimo che il mondo della musica sta attraversando, per le limitazioni imposte dalla pandemia: “L’arte – ha detto - in questo tempo complesso si è fermata, anche se non a livello creativo. È una delle attività che è stata davvero colpita al cuore. Molti di noi hanno visto finire del tutto l’attività dal vivo. Ma è proprio questo il momento di sperimentare nuove idee ed esplorare nuove possibilità. Per questo ho deciso di trasformare il mio ultimo concept-album - "In questa storia che è la mia" – in un’Opera, con l'Orchestra, il Coro e il Balletto del Teatro dell'Opera di Roma, utilizzando ogni spazio del teatro – palco, platea, gallerie, foyer, corridoi, camerini – come spazio scenico, nel quale musicisti, coristi, band, ballerini e performer daranno vita ad uno spettacolo di arte totale, senza il pubblico, che verrà trasmesso in streaming. Un progetto che, probabilmente, non sarebbe nato in un altro momento. Abbiamo cercato di fare di necessità virtù e, dato che, purtroppo, il pubblico non potrà venire a teatro, abbiamo deciso di portare il teatro, in tutta la sua bellezza, al pubblico".
Baglioni ha poi parlato del suo più grande successo, “Questo piccolo grande amore”, e del rapporto che gli artisti hanno con i loro maggiori successi. "Ci sono delle canzoni che diventano “canzoni capitali” – ha spiegato -, come se non ci fosse altro, sono le pietre miliari delle carriere, io ne ho avute alcune. “Questo piccolo grande amore” è una canzone che mi ha contrassegnato e definito per moltissimo tempo. Da artista si tende persino a prendere quelle canzoni e cambiarle, per riappropriarsene. Una volta a Palermo ho avuto una lezione: alla fine di un concerto negli stadi, in cui avevo fatto una versione completamente diversa dall'originale, una fan, dandomi del Lei per creare una distanza, mi disse: «Non si può permettere più di fare questa canzone in quella maniera perché appartiene a una memoria collettiva. Non è più sua, è nostra». E fu una sentenza. Io allora reagii anche un po’ arrogante, però poi, riflettendoci su, aveva assolutamente ragione".
Il cantautore ha ripercorso anche gli anni della giovinezza quando, prima di diventare famoso, sognava di diventare architetto: "mi ero iscritto alla facoltà di architettura perché pensavo di essere pronto per cambiare il mondo. Mi ricordo di avere partecipato ad una di quelle assemblee dove arrivavano gli studenti più grandi, con le barbe e i baffi da rivoluzionari. Noi matricole venimmo incolonnate per uscire, per interrompere la lezione misero il povero professore dietro alla lavagna. Uscendo io presi anche uno schiaffo sulla nuca e dissi «se la rivoluzione è questa, anche no». Però non mi girai, per non prendere anche il secondo".
STORIES LIVE – CLAUDIO BAGLIONI, IN ONDA GIOVEDÌ 4 FEBBRAIO ALLE 21 SU SKY TG24 (CANALI 100 E 500 DI SKY E CANALE 50 DEL DTT), SABATO 6 FEBBRAIO ALLE 16.50 SU SKY ARTE (CANALE 120 DI SKY) E DISPONIBILE ON DEMAND E SU SKYTG24.IT
 

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